Silvano Bruscella

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Pittori

I contenuti qui di seguito riportati, sono a cura esclusiva dell'artista

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"Arte e architettura, questa è la mia professione. Per me l''arte è intesa come una continua attività umana che non ha limiti e confini. Le linee e le forme nascono da riflessioni poste in vari periodi della vita: una crescita legata al progettare creando nuove forme. L''architettura, invece è comporre, dare forma, dare struttura e funzione, utilizzando ogni mezzo legato alla tecnologia. La vera architettura nasce dal movimento dell''uomo, dalla natura che cambia e il tempo che passa". Il laboratorio è una delle principali attività dell''atelier Fo.A, attraverso il quale sviluppa progettti d''arte e architettura. Il laboratorio ha lo scopo di condurre alla creazione artistica, senza l’intenzione di formare nuovi artisti. Non si tratta di un corso di pittura, di disegno o di progettazione partecipata, ma di un sistema che, con regole appropriate e non invasive, cerca di entrare in comunicazione con le persone, in grado di esprimere esigenze, richieste e sensazioni in un insieme di forme aperte. La persona paradossalmente diviene “artista”, ma non quale artefice di soluzioni estetiche “perfette”, ma del suo pensiero. L’arte diventa il linguaggio con cui parlare e comunicare le proprie esigenze, allontanando le influenze estetiche di moda e bellezza. Il percorso, attraversando il proprio mondo interiore, permette di osservare senza condizionamenti e di attingere nell’immaginario, non nell’immagine, la visualizzazione messaggio ricercato. . Cyborg > ibrido uomo-macchina Il termine cyborg è stato coniato nel 1960 da Manfred E. Clynes e da Nathan S. Kline per dare una definizione alla figura di un uomo “migliorato” in grado di sopravvivere ai viaggi spaziali e alle esplorazioni di mondi extraterresti. Una parola che fonda le sue radici nella fantascienza ma che, in breve tempo, diventa un fenomeno sempre più reale. Solo 55 anni dopo, il nostro mondo è popolato da cyborg e oggi possiamo distinguere e raggruppare in categorie l’ibrido uomo-macchina. Il cyborg, la cui caratteristica principale è quella di essere la combinazione tra un organismo evoluto e la cultura tecnologica, non è da confondere con le altre due entità artificiali: il robot e l’androide. Il robot è un “apparato elettrodomestico relativamente autonomo in grado di assumere qualsiasi forma in funzione del suo uso”. L’androide, “che può essere un androide antropomorfico privo di elementi organici, o ancora umanoide, fabbricato tecnologicamente a partire da diversi elementi, fra cui sostanze organiche”. Il cyborg, in fondo, è ancora uno di noi, mentre l’androide è una macchina umanizzata che rappresenta l’alterità, “una cosa creata, in un certo senso, per ingannarci crudelmente, per farci credere che è uno di noi”. Quindi, chi è un cyborg?

RECENSIONI

"Silvano Bruscella è una polla. Quando dipinge, per pochi attimi, i suoi occhi si dilatano ed è quello il momento in cui escono idee tali da correre veloci. Anni di faticosa ricerca della perfezione e poi basta una linea, un semplice tratto, per scomporre un pensiero per poi dargli forma e lucidarlo come uno specchio. Una danza a dilatare i suoi attimi di distrazione per portarli all’attenzione, facendosi poi sovrastare dall’eccitazione inattesa. Dall’attimo, a volte nero a volte luminoso, esce fuori la sua vita, il suo vissuto. Esce con la rabbia, le lacrime, i sorrisi di chi ha avuto la forza di amare la solitudine e di quella, ne ha creato arte e amore. Chi ha potuto osservare una sua opera avrà cercato una semplice spiegazione circa la sinuosità e, al contempo, la fermezza e la sicurezza delle linee e il loro significato. Una spiegazione che, però, resta avvolta nella passione e nella consapevolezza del pittore. La pittura di Silvano Bruscella và oltre l’emotività, è un erutto dell’anima, è ansia, è gioia, è la custodia di un segreto, è un aereo che decolla". Laura Bucco Uomo Bianco e Uomo Buio scritto di Roberto Malfatti. "A gudicare dai nomi si potrebbe supporre che l''artista abbia voluto rappresentare due opposti, due limiti spaziali, psicologici, antropologici, ecc. entro i quali è racchuso lo spazio in cui ci è dato muoverci. Ma credo che le cose non stiano così e che Bruscella le veda molto più complesse e sfumate. L''Uomo Bianco, infatti, ha due occhi che secondo me parlano di dolore e di soitudine, mentre l''Uomo Buio ha una bocca che sembra pulsare di vita e due occhi che simboleggiano la curiosità che ha permesso (o costretto) all''essere umano di staccarsi dalla condizione di innocenza primigenia in cui si trovava e di diventare lo scopritore per eccellenza di questa parte dell''universo. Se questi due quadri raccontano di due limiti e di due estrem, lo fanno descrivendo uno spazio psicologico circolare, in cui non c''è frattura tra razionalità e irrazionalità, tra bene e male, tra vita e morte: tutto questo ed altro si trova allo stesso tempo in ognuno di noi. Io, come ogni altro essere umano, sono contemporaneamente Bianco e Buio. E'' questo il messaggio che leggo guardando i due quadri di Silvano Bruscella."