Vincenzo Ragazzo

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Pittori

I contenuti qui di seguito riportati, sono a cura esclusiva dell'artista

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Vincenzo Ragazzo nasce a Bari l’8 dicembre del 1971, vive e lavora a Cascina, laureato in medicina, esercita la professione di pediatra. La sua passione per la pittura nasce in tenera età quando al seguito del padre, pittore dilettante e appassionato collezionista d’arte, prende a frequentare gallerie e mostre dove conosce alcuni dei nomi più importanti dell’arte del 900. Studi classici lo coinvolgono sempre di più, avvicinandolo al mondo pittorico rinascimentale e classico, permettendogli di approfondire la sua conoscenza artistica. Autodidatta, inizia a dipingere, riproducendo opere antiche, spesso interpretando la figura con uno stile personale e semplice, già premessa di una scelta pittorica ben definita. Per molto tempo alterna la sua attività nella produzione di paesaggi e ritratti, manifestando una buona conoscenza anatomica ed un senso del colore innato. L’acquerello, oltre alla pittura acrilica, è uno dei suoi modi più diretti per proporre e interpretare la natura e la figura. In seguito matura una percezione visiva dell’immagine, abbandonando i retaggi figurativi e allineandosi ad una pittura di colore e simbolo che riconduce all’immagine per sensazioni e stati d’animo. Il colore diventa cosi'' il principale elemento che unisce le opere alla realtà ed alle consuetudini della vita. Successivamente, inizia ad usare oltre al colore altri materiali che assembla sulla tavola, che preferisce alla tela, dando vita ad opere materiche e per certi aspetti tridimensionali, dove la natura e la poesia si fondono in un assolo pregno di significati e sentimenti.

RECENSIONI

"Un giovane artista che sta cercando in modo autonomo la strada di una pittura personale, senza le pastoie di scuole e correnti. In modo energico e deciso, trasmette e comunica il suo stato d’animo interpretando l’immagine con il nervosismo del colore e del segno, caratteristico di una ricerca ed un’evoluzione pittorica sensibile, spontanea e generosa dove le cose viste diventano elementi compositivi fondamentali. Tende ad un rapporto genuino e dialettico con le immagini ed i soggetti che rappresenta. Queste le mie sensazioni quando circa un anno fa ho conosciuto Vincenzo Ragazzo. Vincenzo, riusciva già a trasmettere per schematiche immagini e sintetiche visioni il concetto di spazio e volume senza scendere nel dettaglio tipico dell’opera figurativa. Oggi le opere di Ragazzo, si sono arricchite di materia, di volume; quel volume che nelle prime opere si intendeva latente sotto lo strato patinato del colore, finalmente è uscito. Si intendono e comprendono le masse rocciose, le montagne, gli sconfinati campi di grano, i pascoli, tutti rappresentati con trasognato trasporto, fino a condurre lo spettatore in una metafora immaginaria di un mondo allegorico e fantastico, sempre e comunque popolato di quella nostalgia, di quel sentore di passato che tutte le opere di Ragazzo trasmettono. L’ultimo ciclo di opere, ancora più delle precedenti, sottolinea, con la materia, i grumi di colore, le trasparenti velature e la ruvidità “delicata” delle superfici, l’amore che Ragazzo manifesta nei confronti di una natura che si propone per una risoluzione futura incontaminata, scevra e libera da alterazioni e impurità provocate dalla presenza dell’uomo. La ricerca pittorica di Ragazzo conduce, alla definizione plastica di una forma senza la necessità di darne immagine completa, i paesaggi diventano percezioni visive stimolate dal colore. Le opere si sviluppano e prendono vita propria, spesso inquieta , altre volte irruente, altre ancora velata di poesia e rimpianto. Non disdegna l’opera figurativa. Eccelle nel disegno e nell’acquerello dove riesce con semplici tratti grafici e delicate positure di colore a riscoprire la valenza poetica delle immagini, spesso prese a prestito dal quotidiano, mantenendo la dimensione pittorica all’interno dei canoni della visione oggettiva, senza mai trascendere nella interpretazione dissacrante dell’immagine. Il dualismo artistico di Ragazzo potrebbe essere sintetizzato nel concetto di una pittura fine a se stessa; quella del reale, del quotidiano e delle immagini, dove l’immaginazione deve mantenersi all’interno di parametri e confini ben definiti e quella del surreale, dove la fantasia e le emozioni trasmettono una poetica solitudine che supera i sensi e la memoria.” Andrea Lazzerini

Mostre

Ho partecipato: Mostra Collettiva "Arte nei Borghi", 26/11 - 4/12/2005, Navacchio (Premio sezione pittura) IdeArte Fiera Mercato di Arte contemporanea - EXPO PISA 2006, 24/3 - 2/4/2006, Pisa Mostra Personale "Spazio Arte Papucci", 10-30/4/2006, San Giovanni alla Vena - Vicopisano XXIV Fiera Antiquaria "Cose del Passato", 14-16/4/2006; Buonconvento (Siena) "PERCORSI - Arte Contemporanea", 6 - 17/5/2006, CentroArteModerna - Lungarno Mediceo 26, Pisa Parteciperò: Ottobre 2006: Mostra Collettiva “Conosci la terra dove fioriscono i limoni?...”- Torre Upezzinghi - Calcinaia