RECENSIONI
Lavoro di raffinata introspezione grafica, quello di Federica Limongelli, che virtualizza una composizione dalla sensibile atmosfera espressiva. L''immagine sottratta da un resoconto descrittivo, diventa armonia di toni e di segni.
Il linguaggio, basato su pochi elementi, è tuttavia ricco di allusioni e di note meditative. L''impressione si trasforma in pensiero che in seguito la struttura grafica chiarisce e perfeziona nell''equilibrio rigoroso delle forme.
Un punto di forza della Limongelli è la sua indipendenza rispetto al vario proliferare di tendenze e correnti. Lontana dalle complicazioni concettuali, come dalla vasta e multiforme progenie dell''Informale, è convinta che l''arte basti a se stessa, senza inutili orpelli sociali e filosofici.
Contestualmente alla grafica l''artista coltiva anche la pittura, naturalmente una pittura nuova che guarda con animo diverso, più sereno e libero alle vicende dell''uomo, alla sua tormentata e gioiosa vicenda esistenziale. Di questa ritrovata freschezza della pittura all''inizio del terzo millennio, la Limongelli è già sicuramente acuta e stimolante interprete.
Appare evidente come l''arte della nostra sia fatta di sfumature, di atmosfere e vibrazioni coloristiche che assorbono ogni traccia plastica della forma.
Quest''ultima, ancorché riconoscibile come elemento naturale, è pura lievitazione della luce. Il volume quasi scompare in queste immagini ovattate eppure sorprendentemente chiare.
La pittura di Federica Limongelli intuisce profonde verità che vivono nella memoria, nei ricordi. L''osservazione diretta può offrire qualche stimolo o spunto, ma il nucleo vivo dell''immagine nasce da una costante riflessione introspettiva.
Prof. Silvano Motti