IN TREATMENT

La storia e la cultura del trattamento con i fanghi termali, riscoperte e valorizzate da sette giovani artisti: in mostra le opere create durante le loro residenze in altrettanti alberghi di Abano e Montegrotto Terme (Padova).


IN TREATMENT

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INAUGURATA LA MOSTRA DIFFUSA “IN TREATMENT”
La storia e la cultura del trattamento con i fanghi termali, riscoperte e valorizzate da sette giovani artisti: in mostra le opere create durante le loro residenze in altrettanti alberghi di Abano e Montegrotto Terme (Padova).
Sette artisti, sette diversi hotel, altrettante residenze nelle strutture, durante le quali i primi hanno lavorato per ideare e costruire nuove narrazioni della storia e della cultura del fango termale, nonché del suo impiego nei trattamenti di cura e benessere. I risultati di questo originale progetto sono confluiti in una mostra diffusa – intitolata “In Treatment” – inaugurata e ospitata negli alberghi in cui gli artisti hanno lavorato.
L’esposizione, aperta fino a fine anno, rappresenta una tappa significativa di “MACC - Manifattura Commercio e Cultura. Trasformare l’autenticità del territorio veneto in esperienza turistica”, progetto di Fondazione Università Ca’ Foscari Venezia di cui è responsabile scientifico Fabrizio Panozzo, docente del Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari Venezia; è realizzata grazie al contributo POR FSE 2014-2020 della Regione del Veneto, in collaborazione con il Consorzio Aquaehotels e il patrocinio dei Comuni di Abano Terme e Montegrotto Terme.
Il progetto
“In Treatment” si inserisce nell’attività di ricerca dell’Università Ca’ Foscari Venezia che da anni esplora le connessioni tra arte e impresa con “Art&Business”, un vero e proprio modello codificato di intervento per mettere in interazione e dialogo il lavoro dell’artista con quello dell’impresa. «Il progetto traduce un’idea di “artificazione aziendale” che sposta il focus dall’arte, intesa come artefatto decorativo, al lavoro artistico, ossia al suo processo di ideazione, progettazione e realizzazione che implica una relazione professionale tra artista e spazio aziendale» spiega Fabrizio Panozzo, docente del Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari Venezia e responsabile scientifico del progetto.
La scommessa è che i linguaggi e gli strumenti dell’arte possano contribuire a valorizzare lo straordinario vantaggio competitivo del turismo termale, riposizionandolo presso nuovi target: un cliente che oggi sceglie le proprie destinazioni anche sulla base delle sollecitazioni culturali offerte e tende a chiedere di vivere un’“esperienza”.
La mostra diffusa
Curata da Giovanna Maroccolo, la mostra riunisce gli interventi artistici di Alessio Ballerini, Daniela Di Maro, Elena Candeo, Giacomo Gerboni, Giorgia Severi, Marco Maria Zanin, Simona Sala. Le loro creazioni sono ospitate negli hotel in cui hanno lavorato in residenza, facendo esperienza diretta dei processi produttivi e di utilizzo del fango. I sette hotel coinvolti sono Hotel Terme all’Alba, Hotel Smeraldo, Hotel Dolomiti, Hotel Gran Torino, Hotel Belvedere, Hotel Eliseo, Hotel Terme Commodore.
Le creazioni artistiche
Differenti i linguaggi, diverse le visioni dei singoli artisti. Dalle fotografie in bianco e nero dei materiali e degli oggetti di lavoro, alle sculture con il fango che sembrano spuntare dagli alberi del parco di un hotel e ritraggono antiche figure della mitologia locale, o ancora gli arazzi, che grazie a rilievi calcografici hanno impresso l’impronta delle rocce locali sui “pantassi” (i teli usati nei trattamenti), entrambe le opere a sottolineare lo stretto rapporto con il territorio e la sua storia; dall’installazione sonora (field recordings) che riproduce i rumori dell’acqua e del fango, pensata per accompagnare il trattamento nella penombra silenziosa di una stanza di cura, al video che compone il medesimo percorso concettuale e sottolinea in particolare la dimensione rituale dei gesti quotidiani, ripetuti e sapienti, accostando il fango termale all’accogliente ventre della terra; e ancora l’installazione luminosa che trasforma in “belvedere” il terrazzo di un albergo affacciato alle fangaie, nel suo retro nascosto. E infine c’è lei, conclusione naturale e paradigmatica di tutta la mostra: l’incisione su plexiglas che riproduce una diatomea, microrganismo presente nelle acque e nei fanghi termali. C’è qui racchiusa tutta la forza (ri)generatrice dell’arte e dell’azione artistica che il progetto intende esaltare: è l’invito a uno sguardo nuovo e diverso, capace di andare oltre l’apparenza della materia “semplice” e visibile, e ci conduce nella dimensione profonda dell’invisibile, rivelandoci e svelandoci – qui dentro – mondi di una natura perfetta, che è infinita bellezza e poesia.
Nel progetto gli artisti filtrano così materia (il fango termale) e processo (il trattamento) attraverso le loro poetiche e i diversi linguaggi dell’arte contemporanea. E il loro sguardo si fa simbolica “terapia” nei confronti del contesto produttivo che li ospita: ad essere “in treatment”, in trattamento appunto, non sono più solo gli ospiti ma l’impresa alberghiera stessa, invitata a fare un percorso di analisi e riflessione su sé stessa, su ciò che la rende distintiva, su come si rappresenta ma anche su quello che tende a non mostrare, eppure costituisce un suo punto di forza: il fango termale, appunto, e in particolare il processo produttivo che lo converte in trattamento terapeutico.

Dove

Abano e Montegrotto Terme