Tempo in processo. Rapporti, misure, connessioni.

inaugurazione sabato 7 maggio ore 18.00


Tempo in processo. Rapporti, misure, connessioni.

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Menhir Arte Contemporanea ha il piacere di presentare “Tempo in processo. Rapporti, misure e connessioni”, mostra personale dell’artista Giovanni Campus che inaugura sabato 7 maggio alle ore 18.00.
La mostra, a cura di Alberto Zanchetta, comprende un percorso installativo all’interno dello spazio espositivo attraverso l’inserimento e la proiezione di assi in legno che dialogano con una selezione di opere, sia recenti, sia storiche, concepite a guisa di polittici, in cui primaria importanza è data all’uso dei materiali, in particolare il plexiglass e le “corde” realizzate nel decennio dei Settanta. Già nelle opere di quegli anni i titoli dichiarano infatti la loro prerogativa di porsi come “sequenze” caratterizzate da un effetto vibrante e una modulazione multipla e/o continua.
Il progetto ideato per La Spezia è articolato in un rimando relazionato tra le opere (concepite come momenti di un flusso temporale ininterrotto) che nel loro concatenarsi rappresentano quel tempo in processo che è alla base della ricerca artistica di Campus.
Le assi in legno, puntellate contro pavimenti, pareti e angoli della stanza, permettono allo spettatore di “orientarsi” nello spazio, ma al contempo finiscono per “ostacolarlo”. Diversamente, pittura e scultura si compenetrano e completano a vicenda, offrendoci una terza via: una nuova proposizione, di innesto, di indefinitezza, come in-finita è la dimensione cui tendono, non solo e non tanto nello spazio ma, anzitutto, nel tempo. Come scrive Alberto Zanchetta: «L’arte di Campus è in divenire, o meglio: nel divenire, pienamente coinvolta nel processo».
Sarebbe riduttivo affermare che le esposizioni di Campus mettono in mostra il processo, sarebbe più corretto dire che egli di-mostra come le opere siano entità unitarie, un insieme di più parti, la cui somma è superiore alle parti stesse. Non a caso, le forme da lui create ci appaiono irregolari: sono geometrie che si negano alla propria nomenclatura, sarebbe anzi più plausibile definirle delle “geografie”, luoghi in cui è possibile riconoscere i rapporti, individuare le misure e stabilire le connessioni di cui ci parla l’artista.
Così le lamine di ferro che si insinuano nella juta della tela, come a voler portare alla luce un nervo scoperto: una rottura dell’armonia e della sensibilità connessa all’esistere e all’esistente. I materiali e i loro volumi plastici stabiliscono infatti un “qui” e un “altrove”.
A corredo della mostra sarà presentato il catalogo con testo critico di Alberto Zanchetta.

Giovanni Campus nasce a Olbia nel 1929. Nel 1961 inizia un rapporto con la Galleria Giraldi. Nel 1968 si trasferisce definitivamente a Milano; l’attività artistica lo porta, con esposizioni ed incontri culturali a Parigi, negli anni ’70, ed a New york negli anni ’80 e ’90. Si ricordano le personali ad indicazione antologica tenute al Palazzo dei Diamanti (Ferrara) 1987, al Museo di Milano 1990, al MAN Museo d’Arte (Nuoro) 2000, alla Civica Galleria d’Arte Moderna Comune di Gallarate 2003, e la presentazione di Giorgio Cortenova a Palazzo Forti di Verona del volume monografico “Disegno Ricognizione Intervento” 2006. Vive e lavora a Milano.

Dove

Menhir arte contemporanea, via Alessandro Manzoni 51, La Spezia

Quando

dal 7 maggio al 16 luglio 2016