Dario Pisconti

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Pittori

I contenuti qui di seguito riportati, sono a cura esclusiva dell'artista

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Dario Pisconti nasce il 25 maggio 1948 a Maruggio (Ta), paese dell’Alto Salento, in prossimità della costa jonica. Dai genitori, piccoli proprietari terrieri, eredita l’amore per la terra, per la famiglia e per la vita condotta all’insegna dell’onestà e del sudore quotidiano. Compie gli studi classici e dopo la maturità, frequenta la Facoltà di Scienze Politiche presso l''Università degli Studi di Bari. La passione per la pittura che durante il periodo scolastico aveva coltivato a livello dilettantistico diviene successivamente frutto di interiore meditazione e non lascia spazio ad altre attività, tanto da legare il senso della sua vita a questa profonda vocazione. La pittura come messaggio Nell''ottobre del 1982 Dario Pisconti incontra, nella villa di Lombrici di Camaiore, sulle Alpi Apuane, il poeta, novelliere, giornalista e critico d''arte Raffaele Carrieri da Taranto. Questi, evidenziando un immediato apprezzamento, lo incita a perseverare nella pittura e incanala la sua ricerca espressiva ad un più vasto orizzonte simbolico e speculativo. Dopo un periodo di meditazione, le sue tele documentano il divenire e la complessa architettura interiore dell''uomo carica di suggestioni cromatiche e luministiche di magica intensità. Nei suoi dipinti vi è sempre all''origine il bisogno dell''artista di comunicare e di trasmettere messaggi; gli alberi di ulivo sono sempre contorti e nodosi nelle vedute dei suoi paesaggi scabri, che suggeriscono un senso di angoscia esistenziale. Il Pisconti rifugge dalle mode, dalle accademie e dai vacui esibizionismi: a suo dire l''Artista, solo se privo di ogni pastoia, manifesta una schietta personalità. La teoria, i sistemi e la tecnica destano preoccupazione quando non vi è alla base una forte carica spirituale ed una profonda tensione contemplativa e meditativa: essi si pongono come pseudo-problema quando la mente ed il cuore si allontanano dal fine precipuo dell''Arte. Ciò che interessa Pisconti è il momento creativo: una volta "carpita la sua verità sulla tela", il suo appagamento è realizzato. L''evoluzione della sua arte subisce ulteriori approfondimenti che si nutrono di elaborazioni creative e di vicende esistenziali interiorizzate e "scavate dentro", sicchè dal piano del subconscio affiora una realtà che riesce ad estrinsecarsi in squarci paesaggistici fortemente interiorizzati, oltre l''oggetto-immagine-figura rappresentata in sè. Egli è mosso dal bisogno di scoprire l''essenza "sotto il velame"; al di là dell''apparire, l''essere; la kantiana realtà noumenica che traspare oltre quella fenomenica. Egli mostra cose sconosciute, eppur molto comuni ed a tutti note: cerca la poesia nel mondo della natura e l''arte nelle forme più consuete e familiari. Non un surrealista che rappresenta l’informe, ciò che non ha preso forma e che proviene dall''inconscio: Pisconti dipinge, bensì, una Natura oggettivamente rappresentata come l''occhio la percepisce, attraverso una pittura fortemente coscientizzata che "vede" il reale, ma dopo una forte interiorizzazione. Lo sperimentalismo e la ricerca, del resto, caratterizzano sempre l''intellettuale "curioso" di provare nuove tecniche e nuovi mezzi espressivi: a maggior ragione essi contraddistinguono l''Artista, per definizione inappagato, comunque, dalla sua "resa" espressiva, ed il Nostro in particolare, giacchè la: "(...) forma non s''accorda molte fiate a l''intenzion de l''arte perch''a risponder la materia è sorda." (DANTE, Paradiso, I, vv. 127-9) Dalle sue tele emergono colori forti, prediletti da sempre (gialli e rossi, particolarmente), senza mezzi toni: indizio di una verità cercata nel profondo del suo io storicizzato, che basa le sue sicurezze e valori sulla certezza della Storia, pur problematicizzata dall''umano dubbio dell''essere. Pisconti è un uomo antico, reso antico dai millenni della storia passata di uomo del Sud, che viene metaforicamente da tanto lontano: non a caso l''artista suole firmare i suoi lavori utilizzando l''alfabeto greco (un inconscio omaggio al greculo Carrieri ed alla magnogreca terra jonica?) Dipingere una tela è sempre, comunque, un miracolo creativo: per il Nostro è, altresì, l''avventura intellettuale di chi vuole, attraverso il tempo, portare in vita immagini "partorite" nella mente attraverso il cammino a volte gioioso, più spesso angoscioso, del cuore. Esse sono state colte nel suo percorso esistenziale, teso a recepire tutti gli aspetti di una Natura, Cui egli vuol rendere il doveroso omaggio che Le spetta per la Sua intrinseca nobiltà che Essa in Se stessa postula, sia per il credente (per il quale diviene manifestazione di Dio stesso e Sua creatura), sia per il laico (per il quale diviene essenziale presenza e simbolo vitale). Dario Pisconti è, in conclusione, artista maturo, umile eppur pienamente consapevole dei propri mezzi: del resto, come sosteneva Dante, la mancata ipocrisia nel riconoscere i propri meriti non è mai atto contrario all''umiltà. MICHELINO FISTETTO (Manduria, TA) - Esperto di storia patria, scrittore

RECENSIONI

Lombrici, 28 ottobre 1982 Caro Dario, “(…) Noto nei tuoi dipinti l''inquietudine di una simbologia fortemente pregna di umanità. Le creazioni sono collegate sempre ad un discorso concettuale. E’ una pittura di grazia, ma anche di durezza che pertiene non al sensibile ma alla mente. In realtà, anche in lavori sereni e positivi, si nasconde un uomo profondamente inquieto . Il tema che tratti in ogni tela, anche la più vicina all''onirico o al fantastico, riflette sempre l’esperienza . E’ un vento che narra le durezze del quotidiano, un vento di conoscenza e di interiorizzazione che porta con sé e trasforma in materia poetica tutto ciò che gli occhi soprattutto dell’animo possono vedere: i sassi, il vuoto, l''insignificanza. La consuetudine di dare messaggi è una continua provocazione, una sapiente provocazione che vuole pungere e infastidire. Queste opere metaforiche si interrogano sull''ansia e sulla nevrosi dell''uomo odierno, trovando significato solo attraverso le esperienze esistenziali; rifiuti la retorica, le mielose estetiche e ricerchi la tua essenza in una dimensione simbolica e concettuale. Non mostri tanta fede nell''uomo, ma sei disperatamente fedele alla sua essenza. Questa è una pittura di ricerca squisitamente intellettuale e speculativa, il cui fine è soprattutto quello di giungere ad una realizzazione trascendentale, più che quello di incarnarsi in un preciso embrione formale, tangibile e decisamente fruibile percettivamente. Dal punto di vista della scelta di tono e di stile sono lavori di rottura non soltanto con le retoriche delle avanguardie, ma anche con gli sperimentalismi poggianti su estetiche, talvolta di comodo, che poco hanno a che fare con l''essenza dell’arte. Segui la via che conduce all’investigazione delle esperienze della mente e all’indagine sulla natura dell’arte stessa. E'' da ammirare che la scelta di campo da te abbracciata è quella di non badare al chiasso, ma con fiuto ed equilibrio continui la ricerca con calma e solidità di fondamento, senza mai condividere le teorie movimentiste e di tendenza.” RAFFAELE CARRIERI (Milano) Poeta, novelliere, giornalista e critico d''arte. "…L’artista Dario Pisconti postula la volontà concettuale e la resa in fase d’esito estetico, di una dimensione "altra & oltre", capace di cogliere gli aspetti interiorizzati della simbologia che usa il linguaggio figurativo come mezzo al fine di suggerire letture più profonde, su altri livelli, dei moduli espressivi quasi sempre demandati all’emblema dell’albero d’ulivo, delle magie alchemiche dei "sassi", della vegetazione assolata, nella sua pittura divenuta arterie sanguigne, nodosi percorsi della storia dell’uomo, nelle sue contraddizioni, nelle sue sofferenze, nei suoi percorsi sociologici, forme morfologiche che pongono in simbiosi natura & vita, riverberi paesaggistici che assorbono l’emozione di momenti spirituali e di rabbie sociali, alberi e pietre nel contesto dell’uomo che ne attraversa le stagioni di crescita, potatura, abbattimento,arsura, osmosi con l’acqua e la terra. E il sole resta testimone, tutto illumina e mediterraneamente riporta all’anagrafe, alla metafora alla" transustanziazione" colore e/o vita che il pittore, magicamente ri-crea, ri-compone, con rigorosa impaginazione e con acceso cromatismo dell’animo". GIOVANNI AMODIO (Taranto) Critico - editor - op. cult... Fin dall''antichità il desiderio della conoscenza risiedeva nell "andare oltre" (le colonne d''Ercole), come prova di coraggio, come sete esplorativa. Un artista che si spinge ''Oltre il figurativo'' rimanendo nell''alveo di esso, senza tentazioni astratte e informali, così come tenacemente si impegna il pugliese Dario Pisconti, costituisce un evento singolare. Tanto perché egli con fine intuito e pregnante valore culturale ricerca nuove forme, nuove soluzioni, alternative che lo conducano "oltre" rispettando il dettato iniziale, ma dimostrando che si può oltrepassare la cortina dell''immagine convenzionale, imprimendo all''immagine stessa un''accelerazione espressiva, concettuale e contenutistica, tale da ipotizzare diverse e più attuali implicazioni. L''albero che assume l''azione emblematica e arteriosa per raccontare e assumere valore di metafora ampia rispetto al mero dato rappresentativo, l''albero che sprigiona i rami con le arterie del corpo umano, nella millenaria espansione della vita, in Dario Pisconti assume valore analogico e simbolico con i mille risvolti della vicenda umana, ma anche della pulsione spirituale che spinge l''uomo dalla terra verso l''anelito del cielo. La cromia fortemente espressiva e solare, la costruzione dei tronchi sempre in metamorfosi, la trasfigurazione del paesaggio, come sedimentazione di pensieri e di simboli legati alla terra aspra e suadente del sud, consentono a Pisconti di impaginare quadri ora rassicuranti, ora inquietanti, sempre vitali. L''artista di Maruggio depura il vedutismo con una densa e interiore visione che pullula di grazia espressiva, di veemente forza tonale e di eloquente messaggio che va ben oltre la visione rappresentata. PIETRO FRATANTARO (Messina)- critico d''arte e pres. internaz.le F.E.B.A.C. ...L''opera iconografica di Dario Pisconti presenta diversi motivi d''interesse. Uno di questi è la coerenza stilistica, spinta talvolta fino alla monotonia, intesa nel senso letterale di una tonalità unica almeno dal punto di vista concettuale. Infatti il tema figurativo prediletto dal Pisconti è l''emblema-albero, visto nella sua polisemia strutturale. Già nel mondo antico l''albero simboleggiava differenti aspetti, ma in particolare indicava, nel suo ciclo vegetativo di nascita, crescita e morte, la vita stessa. Dario si rende conto,significativamente, di questa valenza della figura arborea, tant''è che l''albero stesso viene quasi sempre associato ad un approfondimento speculativo molto forte, insolito per un artista dell''immagine. Titoli come "slancio vitale”,"risorse dello spirito", "ricchezza occulta", etc... ci pongono di fronte a modelli di pensiero forte, contrapposti alla tendenza estetizzante del pensiero debole, coniato dall''heideggeriano di sinistra Vattimo. Il pensiero forte è uno pseudonimo della spiritualità, una spiritualità che vira in direzione laica senza ricadere nel laicismo. Ciò si evidenzia nella creazione di un universo pittorico che risulta alternativo alle mode del momento in campo artistico, considerata sia nel senso dell''Arte che nel senso di una estetica, o Filosofia dell''Arte. Proporre una storia filologica dell''albero nell''ambito semiotico è piuttosto arduo, tuttavia Pisconti interiorizza l''archeologia della creatura vegetale, che con la posizione eretta sembra rammentare un profilo che non si può non dire antropomorfico. Questi alberi rossi, d''un rosso che è tuttavia cangiante e metamorfosizzato con la luce del tramonto, non hanno niente di realisticamente definito, se non la tangenza inconfondibile con la natura esuberante e solare del nostro Sud, esuberanza e solarità di tipo mediterraneo e/o dionisiaco, in qualche modo connaturato con le irregolari asimmetrie -in un significato anche morale, esistenziale e metafisico- che sono peculiari all''habitat della Magna Grecia, di cui la Puglia è parte viva e vivace. Non a caso Dario ama firmare le sue sfolgoranti tele con la grafia greca. Per quanto riguarda i valori estetici Pisconti raggiunge grandi effetti ove la trasfigurazione metaforica tocca livelli di altissima concentrazione pittorica e speculativa. In particolare, trovo molto importante una tela come Atlante, dove il mitico gigante che sosteneva il mondo sulle sue spalle a causa di una condanna indelebile, viene dipinto nelle sembianze di un maestoso ulivo. L''analogia tra la figura del gigante e quella dell''albero, benché estranea alla mitologia classica, è tipica della mitologia nordica, nella quale gli Ent erano appunto dei giganti che po

Mostre

Rassegne : Napoli “Estemp. Mediterr “ aprile 1969; Taranto “Arte sui due mari” collett. giugno 1972; Venezia “Riva degli Schiavoni” collett. Settembre 1974; Firenze “Paesaggi della memoria” collett. settembre 1982; Campomarino (Ta) “Mostra mercato” agosto1982; Roma Estemporanea maggio 1985; Milano ”Imaginaria” Premio Gruppo Rinascente maggio 1994 Oria (Br) Estemporanea agosto 1996; Francavilla Font. (Br) Estemporanea settembre 1996; Manduria (Ta) ”Arte e Artigianato” novembre 1997; Taranto “Per Arte e per Passione” aprile 1998; Taranto “EIKON” Mostra collettiva aprile 1998; Castellaneta ( Ta) ”Le arti visive incontrano il cinema” agosto 1998; Taranto “Arte sugli spalti” aprile maggio 1999; Delia (Cl) “Il lingottino” giugno 1999; Rionero in Vulture ( Pt ) “Spazio Arte” agosto 1999; Avellino “Avellino Terzo Millenium” Rass. Intern. dicembre 1999; Vallecorsa (Fr) ”I colori dell’ Angelo” settembre 1999; Crispiano (Ta) ”La fauna nell’Arte” dicembre 1999; Ganzirri (Me) 96 ” Rass. int. coll. di pitt.” settembre 2001; Messina ”Premio Intern. Tindari” ott. 2001; Messina “La Nuit”103 Coll. Naz. Di Pitt. gennaio 2002 ; New York “Artexpo New York” marzo 2002; Messina “Premio Artist. Cult.” Com. Mil. Auton. maggio 2002; Capo D’Orlando (Me) “Pinac.Tono Zancanaro” Iniz. Artist. Cultur. giugno 2002; Messina ”Premio Intern. Tindari” sett. 2002; Galati Marina “Arte e Cultura” Club Du Gourmet ottobre 2002; Salsomaggiore ”Cristoforo Marzaroli” 26° Conc.Naz. dicembre 2002; Messina 114 Rass.Nazion. collett. dicembre 2002; Ferrara “Meeting 2003” Gall. d’Arte Moderna “Alba” maggio 2003. Messina “Rass. Naz.” Caffè letter. Ertè Café maggio 2003 Villa Genovesi S. Alessio Siculo “ Collett. Naz.” Bibliot. Comun. giugno 2003 S. Giovanni Rotondo ( Fg ) “ Mostra coll.” Pal. comunale giugno 2003 Messina “ Mostra coll ” Bibliot. com. “Michele Greco” luglio 2003 Castellaneta ( Ta ) “ Rass. Naz.” luglio 2003 Villafranca ( Me) “121 Rass.” Aula Consiliare luglio 2003 Messina “ Premio Europeo Tindari" ottobre 2003 Mostre Personali: “La Linfa della Memoria” Manduria (TA) – Convento di S. Antonio giugno1997. “Oltre il figurativo” Taranto – Palazzo della Cultura novembre 1998. “Arterie” Taranto – Palazzo Troilo maggio 1999. Vernice "Noumenica" maggio 2004 Premi: 1969 Medaglia città di Napoli 1972 Diploma Accad. “ Arte sui due mari” Taranto 1974 Menzione d’onore Venezia 1982 Targa città di Firenze 1985 Coppa città di Roma 1998 3° premio naz. città di Taranto 1999 Coppa città di Taranto 2001 3° premio europeo “Tindari” Univerità di Messina 2002Menzione d’onore Capo D’Orlando ( Me) 2002 1° premio europeo “Tindari” Università di Messina 2002 Medaglia “ Cristoforo Marzaroli ” Comune di Salsomaggiore 2003 Memorial Antonello da Messina “ Coppa Premio del Presidente”della Federazione Beni Artistici e Culturali Sezione italiana di Roma, Messina 2003 Targa “ Premio Internazionale Tindari “ patrocin. Dalla Regione Sicilia, dal Comune di Messina e dalla Fed. Europ. Beni Art. e Cult.,Messina Pubblicazioni : Sue opere sono presenti in varie ed importanti pubblicazioni di arte contemporanea. Tra queste: “Aspetti Storici dell’Arte Contemporanea” edizione internazionale 2002, 2003, 2004 Leadership Group, Roma “Dizionario Enciclopedico Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea” Edizione 2002, 2003, 2004 Casa Editrice AlbaFerrara “L’Elite 2002 e 2003 – selezione Arte italiana” Edizione 2002, 2003 a cura di Salvatore Perdicaro, Varese. I suoi dipinti sono esposti: Museum of the Royal House of Portugal” di Arte Antica e Moderna Vicenza Museo d’Arte Moderna Palazzo del Parlamento Europeo Bruxelles sede della Federazione Europea Beni Artistici e Culturali Messina e in varie collezioni in Italia, Inghilterra, Spagna, Belgio, U.S.A e Giappone. Rassegne, mostre e gratificazioni sono da aggiornare.