Daniela Quattrocchi

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Designer

I contenuti qui di seguito riportati, sono a cura esclusiva dell'artista

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Daniela Quattrocchi nasce a Catania il 20 Febbraio del 1969, che sia un caso, esattamente in occasione del 60° anniversario della pubblicazione del Manifesto del Futurismo, da cui coglie solo la forza e il concetto di arte fondato sul comportamento dell’artista, l’arte come stile di vita. Vive in ambiente artistico, sperimenta l’uso dei materiali e la fotografia prima di arrivare alla pittura, il percorso nasce con l’uso dell’acrilico e successivamente, comincia a sovrapporre le precedenti esperienze nell’uso di materiali con la pittura, nascono i primi collage, dal 2004 ad oggi ha utilizzato: carta, polistirolo, stoffa, legno, stucco, gesso, vernici, olio, pigmenti. La sperimentazione dei materiali si estrinseca nel dipinto, nelle scelte dei supporti e nelle tecniche di incorniciatura. L’uso della manualità e l’avvio di scambi culturali con l’ambiente artistico di Bergamo, la portano nel 2006 alle prime installazioni, “La botola” e “L’umorometro”. L’arte rappresenta un nuovo percorso, l’artista ad oggi si è occupata di sviluppo di imprese, l’interazione con le realtà aziendali di tipo manifatturiero hanno contribuito nella conoscenza dei materiali e nelle applicazioni, l’interazione con le persone e la mission di porre l’uomo al centro del contesto impresa l’hanno fatta addivenire alle installazioni. Infatti l’installazione diventa uno strumento di comunicazione uno spunto di riflessione oltre il convenzionale, uno stimolo per lo spettatore ad andare oltre, ad osare senza timore.

RECENSIONI

Dove ci porterà? Quando una giovane artista, che per necessità interiore, mossa da un istinto che probabilmente trova le sue radici nel proprio dna, guarda ciò che ha prodotto artisticamente fino ad ora e decide che farà l’artista, subito trova nuovi compagni di viaggio, nuovi libri, nuove filosofie e una nuova determinazione che le fa spiccare il salto. Ecco che la ricerca prende vento, arrivano alla mente nuovi progetti nuove idee che non contraddicono le opere passate ma testimoniano il cambiamento, forse la libertà. Questo è capitato a Daniela Quattrocchi, giovane artista alla sua prima personale. Nelle prime sale ci salutano vecchi quadri informali frutto forse dei grovigli e strutture interiori, di buona fattura, stratificano materiali e pigmenti che testimoniano la liberazione, ci affascinano e forse liberano anche noi fruitori che decidiamo di andare oltre, avanzare verso l’ultima sala attirati da un sommesso rumore del mare fino a scoprire l’installazione “Nuova Zelanda”. Lo sguardo rimbalza tra una zattera i legno, centrale ormai a riva ma capace di raccontare la sua azione passata e più monitor che fanno scorrere il video della costruzione in legno con una botola, una scaletta e un cartello che indica una meta, “Nuova Zelanda”, mentre galleggia in un mare dal lungo respiro. I monitor sono quattro e ci permettono di non fermare lo sguardo. Anche noi galleggiamo seguendo la marea e in questa dinamica la Nuova Zelanda diventa una metafora.. Molti dei linguaggi de secondo novecento sono qui amalgamati, video istallazione, struttura di materiali poveri, cartello concettuale, performance . Niente di ridondante, ogni elemento completa la sintassi, niente di fisso, oggi la botola ci propone la Nuova Zelanda, domani ….dove ci porterà? E dove ci porterà Daniela Quattrocchi con i prossimi lavori? Ci sono già nuovi cenni, “L’Umorometro” , questa bottiglia mezza piena o mezza vuota, e soprattutto il cartello interattivo accennano ad altre branchie della ricerca, opere d’indagine, che sperimentano il rapporto tra l’artista e il suo pubblico. Dove ci porterà Daniela? In mezzo al mondo? Tra la gente? Catania, luna piena dei primi di novembre Salvatore falci

Mostre

pizzartè, Catania 3/19 novembre 2006 personale