Cristiano Arcadi

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Pittori

I contenuti qui di seguito riportati, sono a cura esclusiva dell'artista

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Cristiano Arcadi nasce a Pistoia il 29/12/1971. A tre anni si trasferisce a Castelfiorentino. Da sempre attratto dalla pittura e dal disegno inizia il suo percorso artistico all’istituto statale d’arte a Siena per poi conseguire il diploma con specializzazione in pittura all’accademia delle belle arti di Firenze. Frequenta in seguito la scuola internazionale dei Comics dove si specializza in illustrazione favolistica, medica e naturista, in fumetto e computer grafica . Si affaccia nel mondo lavorativo nel ramo della grafica pubblicitaria come progettatore e realizzatore di siti web , Ha esperienze pluriennali nel campo dell’illustrazione medica e favolistica e nel fumetto. Da autodidatta si dedica con successo alla ceramica artistica ( frequenta per un breve periodo la scuola di Montelupo ) mondo con il quale entrerà presto in conflitto a causa della mentalità troppo artigianale e il basso profilo qualificativo che lo rappresenta. . “Piglio per maestra la natura” diceva Leonardo da Vinci ed è proprio su questa affermazione del maestro toscano che Arcadi si dedica allo studio dell’anatomia e del nudo dal vero . Da sempre attratto dalla “perizia Tecnica” Arcadi ispira la sua pittura a quella che è stata la lasciata dai grandi del novecento, Pietro Annigoni, Salvador Dali , Gregorio Shilitan, Cagnaccio di San Pietro e la scuola del “realismo magico “. Attualmente vive e lavora a Pisa. Ha il suo studio professionale in Pisa, piazza d’ancona 13. Per contatti 050/576198-339/1369376 e-mail : c.arcadi1971@libero.it sito web: www.cristianoarcadi.com www.lafabbricadelbello.it

RECENSIONI

il simbolismo metafisico, ‘assurdo’ ed illusionistico di Cristiano Arcadi, qualificato da una sapiente tecnica di matrice annigoniana che si traduce in tematiche talvolta dechirichiane, immerse nel silenzio. Improbabili ‘equilibri’ di tronchi, corde, uva e ciliegie in nature morte oniriche, dalle reminiscenze surrealiste di Salvador Dalì, creano impalcature ‘architettoniche’ precarie entro solarità di paesaggi assoluti ed astrattamente monocromi, a simboleggiare fragili costrutti psicologici interiori. Donne schematizzate, dal topos femminile rinascimentale – rese in uno stile quasi da illustratore e dalle tonalità assolute, fredde, ambigue e antisentimentali, quali quelle del sogno – visitano lineari ed asettici ambienti razionalistici moderni intrisi di citazioni magrittiane, contemporaneamente alla ricerca delle proprie ‘stanze dell’anima’ e alla scoperta dei misteri dell’universo. Il suo surrealismo è, dunque, una sapiente contaminatio fra lucido disincanto sui misteri della realtà che lo circonda ed il sogno con le sue pulsioni inconsce.