RECENSIONI
I dipinti di Nieves Alberruche partono da una ricerca specifica, che attraverso una messa in scena, quasi cinematografica, lasciano che l' immagine renda lo spaseamento del mondo quotidiano e ci introduca in
quell'altro ordine delle cose che l'opera con la sua esistenza inaugura. Spazi interiori, quelli presentati dall'Artista, le cui musicalità cromatiche trasportano in un altrove, rompendo il silenzio attraverso la
sua inmensità immaginativa liberata mediante una dolcezza tonale di colore.
L'ostinato contenutismo dei sui dipinti: spazi dilatati all'infinito,figure infantili in una realtà quasi metafisica, concedono poco alla civetteria puramente stilistica e formale della pittura recente. Certo, si potra, facilmente avvicinare il lavoro di Alberruche al ritrovato gusto per la figurazione che caratteriza la transanvanguardia. Tuttavia, a diferenza della trasanvanguardia, qui il gusto della figurazione ritrovata
non è motivato dall'insofferenza, dal rigetto, insomma, del silenzo di Beckett. Qui la scelta figurativa nasce di un'impegno, un richiamo alla riflessione.
Tele impreziosite dalla sua sensibilità e dal cromatismo impresso da qui appaiono fuoriuscite note che si fanno messaggi prorompenti alla sua interiorità, trasformando in sussurri percettibili attraverso pennelate raggiunte dal suono di una musica antica accompagnata da un canto che si progetta in un futuro onirico e incerto.