Salvatore De Tommaso

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Pittori

I contenuti qui di seguito riportati, sono a cura esclusiva dell'artista

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Sono nato a Francavilla Fontana (Br) nel 1958 dove ho anche conseguito la Maturità Tecnica 1978. Lavoro come dipendente dell’Aqcuedotto Pugliese S.p.A. nella Macro Area di Taranto. La mia passione per l’Arte risale a molti anni fa quando da ragazzino con i miei amici nel pomeriggio, ci davamo appuntamento in chiesa per servire la SS Messa, spesso mi fermavo nella grande navata della cattedrale, ad ammirare quegli enormi dipinti posti sopra gli altari (PALE) avvolti nei colori bruni degli sfondi nei quali si armonizzava quel magico colore dell’incarnato di quelle figure che sembravano evanescenti. Mi isolavo dal mondo mi sentivo pieno di pace e serenità, quel dipinto era me era il passaggio mistico attraverso il quale riuscivo a percepire il calore e la grazia di quel “Bambino” in braccio alla Vergine. Nel corso degli anni non ho potuto dare sfogo a questa mia passione per una serie di motivi che sarebbe lungo da raccontare, in ogni modo ero più che convinto che qualcosa di buono sarei stato in grado di realizzare. Purtroppo anche se le mie aspirazioni erano di natura artistica, in realta mi sono diplomato come Perito Meccanico. In alternativa ho coltivato, e coltivo, questa passione da autodidatta riscuotendo spesso apprezzamenti e valutazioni al di sopra delle mie aspettative, che mi sono servite non a sentirmi appagato ma mi sono servite da sprono a lavorare e perfezionarmi ancor di più. Dal 1993 sino al 1998 ho partecipato ad moltissime collettive per poi realizzare la mia prima personale tra Dicembre 98 e gennaio 99 e come dicevo prima riscuotendo un successo emorme documentato da una serie di recensioni A distanza di quasi tredici anni , per me che sono un pantofolaio per eccellenza, ho trovato nella rete la soluzione definitiva per pubblicizzare i miei lavori senza mettere piede fuori di casa. Concludo sostenendo, a mio modesto parere, che le soddisfazioni non sono i premi assegnati o le critiche delle giurie, ma sono le considerazioni della gente semplice ed imparziale come noi i quali giudizi sono dettati dalla spontanietà e dalle valutazioni scaturite dall’emozioni che un dipinto può suscitare. Salvatore De Tommaso

RECENSIONI

MOSTRA PERSONALE di Salvatore De Tommaso Chiesa della Madonna di Pompei 22 Dicembre 1998/1 gennaio 1999 Da non perdere una interessante mostra di Salvatore De Tommaso, dipendente dell’acquedotto di Taranto, dopo aver conseguito nel 1978 il diploma di perito meccanico presso l’I.T.I.S. “Fermi” di Francavilla Fontana,sua città natale, essendovi ivi nato il 2 ottobre 1958. Pittore per spirito innato, dopo aver appreso i primi rudimenti dell’arte da Nicola Nocente, altro pittore francavillese, già collaboratore ausiliario presso il Liceo Classico “V. Lilla” il Nostro si perfeziona, come autodidatta “leggendo”molto e soprattutto i grandi artisti che vanno dal primo Rinascimento al settecento maturo. Quattordici quadri di varie dimensioni, di cui due ovali, simmetricamente esposti, (il primo: un bel “Volto di Cristo” (1996) olio su tavola, che guarda con i suoi occhi azzurri verso il cielo e che potremmo il Cristo del monte Tabor; e il secondo un “Volto della Beata Vergine con il dito”, cosiddetto per il fatto che la falange dell’indice destro fuoriesce dal manto celeste scuro), quattordici quadri, dicevo, appesi ai cavalletti o addossati all’abside, fanno encomiabilmente mostra di se. Il Nostro imita e spesso rielabora in modo egregio opere di pittori famosi: da Michelangelo Buonarroti a Michelangelo Merisi, da Tiziano a Fra Galgario, da Giotto al Reni senza trascurare i pittori frfancesifra i quali Josè Honorè Fragonard, e Auguste Renoir. L’uso sapiente dei colori dà la giusta tonalità ai volti che, irradiati, interloquiscono fortemente, ma spesso con pacatezza onorevole, con il visitatore. Si può dire che la nota cromatica, la più pura possibile, si presenta giusta nel timbro che la isola e nel tono che la raccorda alle altre. Pertanto la luce del quadro non è la luce naturale, promana e si diffonde dalla miriade delle note colorate. Se lo sguardo è volato per un attimo sulla grande pala del “Riposo in Egitto” del 1997, olio su tela (cm. 171 x 106), che fa da sfondo alla mostra, pala che guarda al modello caravaggesco della Galleria Doria in Roma, con quel suo assurdo e polemico tentativo di rovesciare il cono prospettico, proiettando le linee verso il primo piano, anziché verso il fondo, immediatamente, però, lo sguardo è tornato, quasi stregato, sul “Ritratto di giovane disegnatore” (cm. 50 x 70), appeso al cavalletto esterno della fila di sinistra. Se non fosse stato per la firma “Maxmilian” , apposta, in piccolo , nell’angolo a destra in basso, entrando , avrei detto: è un Fra Galgario, ossia un’opera di Giuseppe Ghislandi, grande ritrattista bergamasco che osservò il vero, fra la fine del ‘600 e il primo quarantennio del ‘700 con penetrante sagacia. Molto suggestiva è la tela del 1989, raffigurante il “Giovane con canestro della frutta” (cm. 50 x 70)che ricorda, senza sfigurare arcinoto modello del Caravaggio, riprodotto, in parte, sulla banconota da £. 100.00. Curata nei particolari, l’opra spicca per la sua pregnante vitalità. Dopo il 1993 il Nostro abbandona lo pseudonimo di “Maxmilian” d’impronta asburgica e firma le opere con il suo nome e cognome anagrafico, e produce un “Ritratto di Padre Pio”, una “Notte di Natale” (1997) ripresa da Renoir, e un volto di “madre Teresa di Calcutta”, che, scriver un invito “a donare il sangue”. L’anziana donna, nel suo tipico abito monacale, vista di profilo con la testa piegata, intenta a scrivere, crea una prospettiva tridimensionale con il foglio che si protende verso destra e la penna verso l’ossevatore. L’equilibrio cromatico, le corrette movenze chiaroscurali fanno del Nostro un abile ritrattista. 22 Dicembre 1998 Domenico Camarda